E’ uscito il secondo numero, dicembre 2023, del vol. LII di Studi Piemontesi. Pagg. 340, ill.
È in distribuzione – con l’abituale tempestività – il numero natalizio di “Studi Piemontesi” (dicembre 2023, vol. LII, n. 2), che come sempre racchiude in prospettiva interdisciplinare, saggi, studi, note, ritratti, documenti e inediti di ambiti diversi, e di incroci frequentemente fruttuosi. In questo numero va in particolare segnalata in piena continuità con una tradizione di internazionalità mai venuta meno ma a volte presente con più cospicua evidenza – la ricchezza dei contributi tanto di studiosi stranieri quanto di argomenti che attengono a fatti e momenti storici di estensione europea.
La sezione dei Saggi e studi è riservata in larga parte a temi di carattere artistico, come mostrano i contributi di Walter Canavesio su Thovez e Bistolfi: i percorsi della critica, protagonisti di una stagione fervida della storia artistica torinese sullo sfondo di una belle époque aperta alle arti applicate e déco; di Irma Beniamino e Laura Palmucci, “Un palazzo ampio, comodo e conveniente a una famiglia di riguardo”. Vittone, Bays, Vitoli e altri artefici attivi per i conti Novarina a San Sebastiano da Po presso Torino; di Lorenza Santa, Per la storia patria e l’incremento delle belle arti. I monumenti carloalbertini nella Cappella della Sindone di Torino. Ma non meno ricchi risultano i due contributi di Marc Ortolani, I migranti francesi a Nizza durante la Rivoluzione (1789-1792)e di Simonetta Tombaccini, Les émigrés niçois au service du tzar de toutes les Russies (1800-1816) in continuità di spazio e di tempo, il che rappresenta quasi un dittico geograficamente riferito alla Nizza sabauda, e infine di Giovanni Tesio, Dalle prigioni del Pellico alle prigioni fasciste: due paradigmi, che mette a confronto le prigioni del Pellico con le prigioni di antifascisti come Augusto Monti, Vittorio Foa e Massimo Mila.
Nella sezione delle Note, accanto e ancora a una felice preminenza dei contributi d’arte, spesso sostenuta da curiose trouvailles e da ricognizioni magari meno estese di quelle dei saggi ma non meno significative. Così è con Alberto Cottino, Una nota per Giorgio Alberini: la Santa Cecilia ritrovata nella Pinacoteca Albertina di Torino, con Øystein Holdø, Nota sull’attività letteraria di Bernardo Vittone, con Tamàs Horogszegi, La statua di Pietro Della Vedova a Esztergom raffigurante il cardinale Péter Pázmány e i progetti di altre sue sculture nella chiesa principale dell’ Ungheria; cui fanno seguito contributi di altra natura, o propriamente storico-diplomatica, come quello di Luca Lavarino, Rapporti tra Regno di Sardegna e Repubblica Dominicana, o di odeporica, come quelli di , Journey of the Italian prince through the Turkmen land, non dimenticando lo svelto ma puntuale contributo comparatistico di Claudio Bertolotto, Un “volumetto” di Gaetano Salvemini e il giovane Gramsci a Torino e infine insieme con lo studio biografico di Marco Giani, L’animatrice infaticabile. Marina Zanetti dirigente dell’atletica leggera italiana (1929-1933), l’ottima rubrica di Alda Rossebastiano, Elena Papa, Daniela Cacia sull’ Onomastica piemontese, giunta ormai al notevole traguardo dei 17 contributi.
Nella sezione Ritratti e Ricordi, il ritratto di Pierangelo Gentile sull’attività di Walter Maturi, storico egregio del Risorgimento, Un lucano a Torino. Walter Maturi (1902-1961) storico del Risorgimento e un ricordo di Claudio Bertolotto di Giorgio Dondi, studioso delle armi antiche di fama internazionale da poco scomparso.
Quanto alla sezione di Documenti e inediti, Maria Teresa Reineri continua la sua preziosa ricognizione su ambienti e aspetti di vita aristocratica desunta spesso da diari e documenti privati, Le regine sabaude in vacanza a La Spezia nell’ estate 1853. Dal diario di Maria Teresa d’Asburgo Lorena; mentre attengono ad aspetti di ragione linguistica o socio-linguistica, in particolare un testo del canonico di Trino Vercellese Giuseppe Martino Raviola, o a manifestazioni di musica popolare i documenti di Stefano Baldi, Il manoscritto Musica di Venti Canzoni Piemontesi: uno dei testimoni più antichi di melodie popolari. Con riferimenti a Isler, Nigra e Sinigaglia e di Lorenzo Ferrarotti, Gli Scricc rimà in dialetto trinese di Giuseppe Martino Raviola (1868): una fonte per la storia (socio)linguistica del Piemonte del XIX secolo.Per finire con i documenti acquisiti da donazioni fatte al Centro Studi Piemontesi nel corso del triennio 2020-2023, ben illustrati da Andrea M. Ludovici e Livia Orla, Tra le nostre carte. Acquisti e donazioni per l’Archivio del Centro Studi Piemontesi: lettere di Gian Francesco Galeani Napione, un testo manoscritto di Giovanni Toya, fonte inedita della storia sabauda relativa all’ordine cavalleresco della Santissima Annunziata, la preziosa serie di onorificenze diplomatiche attribuite a Manlio Brosio, 11 lettere di Francesco Pastonchi e una rassegna stampa dei principali articoli di Pastonchi collaboratore del “Corriere della Sera”, il diario di Alessandro Forchino combattente nella prima guerra mondiale, e un cospicuo lascito di documenti riguardante la storia industriale torinese della famiglia Vitelli.
In chiusura di fascicolo stanno le fitte pagine dedicate al «Notiziario bibliografico», allo spoglio delle riviste, all’informazione sull’attività del Centro Studi, alle notizie di mostre, convegni e altre iniziative riguardanti la cultura regionale.
Il numero è stato spedito regolarmente a tutti i Soci, gli abbonati, i collaboratori.
Chi lo ritira personalmente può venire in sede il 20, 21 e 22 dicembre (9-12,30 / 14,30-18) e poi dall’8 gennaio 2024, dal lunedì al giovedì 9/12,30 / 14,30-18, il venerdì 9-14