Da giovedì 9 a lunedì 13 maggio 2019 il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis vi aspetta al 32° Salone Internazionale del Libro Torino, Lingotto Fiere, Padiglione 2 – Stand K01

 

Il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis  ha partecipato con un suo stand fin dalla prima edizione del Salone Internazionale del Libro Torino, e sarà presente anche quest’anno –  50° di fondazione –  al Padiglione 2 – Stand K01.

Anche per questo #SalTo19 il Centro Studi Piemontesi ha realizzato un segnalibro, appositamente creato dall’artista Daniela Rissone, e aderisce all’iniziativa della Regione Piemonte Buono da leggere

Il Centro Studi Piemontesi è presente anche nello spazio degli Istituti Culturali del Piemonte al Pad. 3 – S68

E organizza alcune iniziative

[Scarica il programma]

Giovedì 9 maggio ore 11

Spazio Istituti Culturali Pad. 3-S68

Cinquant’anni al Servizio della Cultura

Il Centro Studi Piemontesi celebra i suoi 50 anni di lavoro e di impegno come custode e promotore di studi sul Piemonte e sugli antichi Stati sabaudi

Intervengono Giuseppe PichettoPresidente Centro Studi Piemontesi, Albina Malerba, Gustavo Mola di Nomaglio, Franco Cravarezza, Graziella Riviera, Rosanna Roccia, Giovanni Tesio, collaboratori, membri del Comitato Scientifico e Direttivo

 L’11 giugno del 1969 un gruppo di amici (Gaudenzio Bono, Giuseppe Fulcheri, Dino Gribaudi, Gianrenzo P. Clivio, Amedeo Clivio, Camillo Brero, Alfredo Nicola, Armando Mottura, Giacomo Calleri, Censin Pich, Tavo Burat), riuniti da Renzo Gandolfo (1900-1987), davano vita al Centro Studi Piemontesi, una istituzione pluridisciplinare dedicata allo studio della vita e della cultura piemontese in ogni loro manifestazione Nel 2019 il Centro Studi Piemontesi ha messo in campo una serie di iniziative per siglare questo importante traguardo, fare un Bilancio di mezzo secolo di intensa attività scientifica e editoriale, costruire, sulle solide radici della memoria storica, il lavoro futuro.

Venerdì 10 maggio ore 16

Spazio Istituti Culturali  Pad. 3 S68

Un Archivio per la Civiltà e la Cultura del Piemonte. L’Archivio istituzionale del Centro Studi Piemontesi

Intervengono Rosanna RocciaDirettore della rivista “Studi Piemontesi” Andrea LudoviciArchivista (Culturalpe s.c.)

Nella multiforme gamma delle possibili raccolte documentarie, gli archivi delle case editrici rappresentano una fattispecie particolare in cui il fare impresa si coniuga con una precipua visione della pratica culturale negli ambiti della scrittura, della divulgazione, della ricerca e dell’approfondimento scientifico. Nel caso del Centro Studi Piemontesi, poi, ogni attestazione documentaria posta in essere assume una connotazione ancor più peculiare, in quanto rispondente all’intento dell’Associazione di promuovere e appoggiare – in armonia con istituzioni affini – lo studio della cultura piemontese in ogni sua manifestazione. Ben consapevole della singolare importanza di un siffatto patrimonio documentario, la Ca dë Studi, in occasione del suo 50° anniversario di attività (1969-2019), ha riordinato e inventariato il proprio Archivio Istituzionale composto da quasi 4.000 unità tra fascicoli, registri, volumi e fotografie. Tale raccolta documenta senza soluzione di continuità la nascita e lo sviluppo nel tempo dell’Associazione sotto il profilo amministrativo, nonché le molteplici attività promosse dal Centro Studi nei campi dell’editoria, della promozione e valorizzazione della lingua e cultura piemontesi e della conservazione di fonti inedite afferenti alla lingua e alla storia del Piemonte. All’Archivio Istituzione propriamente detto, si affiancano anche diverse raccolte documentarie personali o famigliari donate nel corso degli anni alla Ca dë Studi a conferma del suo fattivo ruolo di “custode della memoria” e quale segno tangibile della fiducia in essa riposta da più parti. Così, tra i fondi archivistici ricevuti dal Centro Studi si possono citare quello del commediografo e alpinista Arrigo Frusta e quelli del prof. Renzo Gandolfo, del critico letterario, poeta e pittore Enrico Thovez, del decano del Teatro Piemontese Angelo Alessio, del poeta Alfonso Ferrero, del poeta e attore teatrale Giovanni Drovetti, dell’avvocato e dirigente d’azienda Renato Zaccone, del pittore e poeta Mario Becchis, del prof. Giuliano Gasca Queirazza, dell’attore e registra teatrale Gualtiero Rizzi.

Sabato 11 maggio ore 14

Sala Argento
Presentazione del libro

Costantino Gilodi Ingegnere e architetto a Torino e in Valsesia Tra Eclettismo e Belle Époque

Edizione Centro Studi Piemontesi-Società Valsesiana di Cultura

Con la curatrice Enrica Ballarè intervengono i Collaboratori Casimiro Debiaggi, Elena Gianasso, Gianluca Kannès, Enrico Moncalvo, Filippo Morgantini, Enrico Rizzetti

La figura di Costantino Gilodi (1853-1918), valsesiano di origine e torinese di adozione, resta sconosciuta ai più nonostante il suo legame con la cultura architettonica dell’Eclettismo. Il primo volume di studi a lui dedicato traccia un quadro volto a definirne il ruolo, ad un secolo dalla sua scomparsa. A Torino, Anversa, Parigi il nostro collabora con i più noti maestri torinesi alla creazione del mondo effimero delle esposizioni con fantastiche macchine, che la sua non comune abilità disegna con estrema facilità. Sono anche gli anni dello slancio costruttivo che rinnova la città: a Torino come a Borgosesia, Gilodi è uno degli interpreti del nuovo gusto borghese. Con maggior libertà coniuga poi con grazia ispirazioni alpine e citazioni orientaleggianti nella villa dei Musy a Fobello e nel piccolo gioiello rococò disegnato per sé sulle alte montagne valsesiane. Contributi di: Eredi Gilodi, Walter Canavesio, Enrica Ballarè, Filippo Morgantini, Gianluca Kannès, Elena Gianasso, Casimiro Debiaggi, Enrico Rizzetti.

Domenica 12 maggio ore 11

Sala Arancio
Presentazione del libro di Giuseppina Pellosio

Paroni di barche a Torino. La famiglia Clerico in Borgo Po. Dagli ultimi decenni del Seicento alla Restaurazione (1672-1814)

Edizioni Centro Studi Piemontesi

Con l’Autrice intervengono Gustavo Mola di Nomaglio Albina Malerba

Il libro riprende una originale ricerca storica compiuta con un viaggio a ritroso nel tempo sulle tracce dei Clerico, ardimentosi imprenditori torinesi. Affermatisi a fine Seicento nell’ambito dei trasporti fluviali, mantennero per quasi un secolo il prestigioso incarico di “Capitano delle barche e de’ ponti d’esse”, preposto dai sovrani sabaudi a tutela della navigazione sul Po in epoca prerisorgimentale.  Vivevano allora a Torino, presso l’antico porto di “Borgo di Po”, gruppi familiari molto coesi che si dedicavano all’arte della navigazione. Chiamati Paroni anche in Piemonte, i proprietari di barche erano veri e propri impresari che durante le guerre, fornivano natanti e uomini alle aziende sabaude per il trasporto dei soldati, munizioni e vettovagliamenti mentre, in tempo di pace, affidavano ai loro scafi ogni sorta di merce, generi alimentari compresi. Accanto ad essi in una straordinaria rappresentazione teatrale compare nel volume un’incredibile sequenza di persone di vario spessore storico che, di prepotenza, entrano sulla scena a vivacizzare la narrazione. Il materiale iconografico, tabelle e piantine coeve allegate, offrono infine lo spunto al lettore per calarsi definitivamente nell’atmosfera dell’epoca.

E per il Salone-off