In occasione del I Festival della Montagna e della XIV Edizione del Festival di Musica Antica GAUDETE per la valorizzazione dei Beni Culturali

GRAZIELLA RIVIERA presenta al Sacro Monte di Varallo il romanzo storico

La strada del Fiammingo. Dal Brabante al Monferrato: i Tabachetti di Fiandra

edizioni Centro Studi Piemontesi

Dialoga con l’autrice ALBINA MALERBA, Direttore Centro Studi Piemontesi

Domenica 25 Giugno 2023, ore 12

Ristorante del Vecchio Albergo Sacro Monte

PRANZO CON L’AUTORE

Prenotazioni al 340 896 5327 e 351 639 5068

Tariffa a persona 25 Euro

Ore 16: Apertura delle grate delle Cappelle 33, 36, 38, a cura dell’Ente Gestione Sacri Monti

Varallo, 27 aprile 1599. Nel monastero di Santa Maria delle Grazie lo scultore Giovanni Tabachetti firma, davanti al Priore e ai Fabbricieri del Sacro Monte, uno dei contratti più importanti della sua vita: l’allestimento della Cappella n. 36, la grandiosa Salita al Calvario. Quasi cinquanta statue, “al prezzo di dodici ducatoni d’argento ciascuna”, doppi per le figure a cavallo, e il delicato incarico di inserirsi nelle linee guida del celebre predecessore, Gaudenzio Ferrari.
Sono passati dodici anni da quando il giovane Jean de Wespin, detto Tabaguet, ha lasciato non ancora ventenne la natìa Dinant, sulle rive della Mosa, per attraversare le Alpi e affrontare la sua coraggiosa avventura in Italia, ricco solo di talento e di venti fiorini di Brabante prestati per pietà da una zia. Ora quel ragazzo orfano e privo di mezzi si è stabilito in Monferrato, ha italianizzato il suo nome, e fa la spola fra i cantieri di Crea e di Varallo, dove è chiamato a prestigiose imprese che lo riveleranno presto come uno dei più significativi artisti attivi sui Sacri Monti fra Cinquecento e Seicento.
Ma, con il fratello minore Nicolas che nel frattempo lo ha raggiunto da Anversa, dovrà prima superare drammi familiari, conflitti e malattie, e soprattutto vincere la sfida contro se stesso e conquistare l’amore pieno della sua donna.
Costruita sulle basi di una rigorosa documentazione storica, ma raccontata con i criteri della narrazione romanzesca, la vicenda si muove dai capolavori della cultura fiamminga al fervore artistico promosso dalla Chiesa della Controriforma in Piemonte e Lombardia.
A Varallo il Tabachetti firma anche la cappella di Adamo ed Eva, collabora alla Strage degli Innocenti e mette mano alla Visitazione, pur senza portarla a termine. A Crea dà prova della sua forza creativa soprattutto nelle cappelle del Martirio di Sant’Eusebio, Concezione di Maria, Nozze di Cana e dello spettacolare Paradiso (oltre trecento statue sospese a grappoli intorno alla volta).
Pur rispettando sempre i dettami della Chiesa e le istruzioni dei vescovi, i due fratelli riescono a competere con le imprese itineranti e le botteghe degli artisti locali, e ad infondere nelle loro composizioni di argilla un’originale vena nordica, drammatica ed emozionante.
A Crea li accompagna in controluce la figurina svelta e vivace della piccola Theodora Caccia, figlia del pittore Guglielmo detto il Moncalvo, futura monaca -pittrice lei stessa col nome di Orsola ( oggi scoperta e rivalutata dalla critica a livello internazionale).
Ho cercato di raccontare ogni cappella”- scrive l’autrice – “attraverso diversi piani di lettura. In primo luogo quello dei protagonisti che l’hanno costruita, con l’intreccio dei loro affetti, la materialità concreta di terre e fornaci, lavoranti e capomastri, abati e notai, e la vita quotidiana dell’epoca fra guerre, epidemie e carestie. Poi il filo conduttore della religiosità cattolica post-tridentina, che invita a comunicare l’arte sacra attraverso il coinvolgimento personale, emotivo e “fisico” del fedele, che deve entrare in prima persona a far parte dell’azione scenica rappresentata, con la mente, il cuore e tutti i cinque sensi”.
Sullo sfondo la costante presenza del territorio con la sua spiritualità millenaria, e il Gran Teatro dei Sacri Monti, spettacolare scenario di devozione subalpina, respiro potente di sacralità mistica e misteriosa.