Per gentile segnalazione (e dall’archivio) del consocio Giovanni Orso Giacone
Guglielmo Sandretto, di Onzino, frazione di Sparone, e la moglie Clarissa Orso Giacone, di Frassinetto Canavese, andarono a cercar fortuna nel tardo Ottocento in America, al pari di tanti altri emigranti piemontesi che hanno contribuito a fare grandi gli Stati Uniti, con le loro capacità, tenacia e inventiva. Si stabilirono a Evanston, Illinois (dove il cognome Sandretto risulta tuttora documentato negli elenchi telefonici).
Guglielmo, facendo tesoro delle proprie competenze, fondò una segheria e un mobilificio. Lo stabilimento doveva essere abbastanza distante dall’abitazione e la moglie, che un po’ si affaticava a pedalare per raggiungerlo, comprò una “bicicletta a motore”, come si legge nel testo della cartolina che ne contiene la fotografia:
Cari nipoti, spero che stiate tutti bene,
noi abbastanza [anche se] il lavoro scarseggia, la manodopera pure […]
la zia Clarissa si è comprata una bicicletta a motore […] per venir da me in segheria…
Saluti e baci, zio Guglielmo
E la bicicletta a motore, raffigurata nella cartolina inviata ai nipoti, altro non era se non un antenato del monopattino, forse per l’epoca straordinario e anche un po’ eccezionale dovevano essere agli occhi dei passanti le donne che lo guidavano, a Evanston come a Londra**!
**Nel fronte della cartolina inviata ai nipoti dal Sandretto con la pubblicità del monopattino per la quale si prestò Lady Florence Norman, una suffragetta londinese che lo utilizzava per raggiungere l’ufficio londinese in cui lavorava.