Descrizione
In un secolo e mezzo il conte di Cavour ha trovato in ogni generazione storici eccellenti, tutti i suoi scritti sono stati studiati e sono reperibili nelle biblioteche. Ma gli archivi nascondono sempre qualche sorpresa. Così in quello dell’Arma del Genio il generale Giovanni De Paoli, testimone diretto dell’insegnamento di Filippo Burzio nella Scuola di Applicazione di Torino, ha ritrovato a suo tempo l’autografo cavouriano che viene pubblicato per la prima volta con la prefazione di Vittorio Marchis. Il manoscritto Del tiro di rimbalzo dimostra la spiccata attitudine di Cavour alla matematica (ed insieme la sua scarsa attenzione verso l’ortografia italiana), alla quale attribuiva la massima importanza come disciplina mentale. Di questo particolare sistema di tiro il Cavour rileva dapprima le caratteristiche e l’importanza, e ne illustra, richiamando le esperienze belliche dei secoli XVII e XVIII, l’utilizzazione negli assedi delle piazze, nella difesa delle medesime, nell’attacco e difesa delle opere di campagna. Successivamente egli affronta, con un dettagliato calcolo differenziale, la teoria del tiro di rimbalzo, determina l’equazione della traiettoria del vuoto ed in funzione della resistenza dell’aria ed individua la curva descritta dal proiettile. Il saggio Del tiro di rimbalzo giunge alla fine di un percorso di studi e ricerche di matematica e di meccanica razionale che rileva “un vero salto di qualità” negli undici scritti composti tra il 1827 e il 1828 quando il Cavour non aveva ancora compiuto 18 anni.
