Descrizione
L’ambasciatore italiano Augusto Rosso (1885-1964) fu uno dei protagonisti della vita diplomatica del Novecento. Egli assunse importanti ruoli istituzionali quali capo dell’Ufficio Società delle Nazioni di Palazzo Chigi, nonché delegato aggiunto presso il Consiglio della Società delle Nazioni negli anni venti. Dal 1933 fu ambasciatore a Washington, dove soggiornò per ben tre volte durante la sua carriera, poi a Mosca fino all’inizio della guerra con l’Unione Sovietica. Egli ebbe dunque modo di conoscere ed esaminare la politica all’interno delle due grandi potenze emergenti. Infine, egli fu nominato segretario generale del ministero degli Affari Esteri dopo la caduta del fascismo. A conclusione di un contraddittorio processo di epurazione Rosso fu sospeso dal servizio, fino a pochi mesi dalla sua definitiva collocazione a riposo.
Rosso si discostò dal linguaggio ampolloso, retorico e celebrativo tipico della diplomazia fascista con dispacci essenziali nonché ricchi di informazioni e riflessioni anche critiche. Sebbene molto spesso lontano dal suo comune d’origine, Rosso mantenne profondi legami con i propri familiari rimasti nel vercellese, a testimonianza del suo affetto, mai dimenticato per Tronzano. Fonti di carattere privato testimoniano, inoltre, i forti sentimenti che egli ebbe per le due donne centrali della sua vita: l’amore durato un ventennio con l’autorevole operatrice culturale francese, Marie d’Orliac, ed il profondo legame per colei che in seguito divenne sua moglie, la statunitense Frances Wilkinson. Tali rapporti contribuirono a maturare e documentare il suo graduale distacco critico dal regime fascista.