Descrizione
Il volume descrive e analizza le mentalità, i costumi e lo stile di vita della nobiltà nizzarda nel periodo 1814-1860, cioè dalla restaurazione della monarchia sabauda fino alla cessione della contea di Nizza alla Francia. È nel corso di tale periodo, interessante per il persistere di usanze antiche e l’affacciarsi di comportamenti nuovi, che l’autrice segue i membri di un centinaio di famiglie nella loro quotidianità, di alcuni, quali Ignazio Thaon di Revel, Antonio Tonduti della Scarena, Ignazio Ribotti di Molières, Giuseppe Trinchieri di Venansone, Giovanni De Foresta, svolsero un ruolo, anche di primo piano, nel regno di Sardegna.
Li troviamo dapprima nelle residenze di città e in villeggiatura, sulle colline di Nizza, o nei villaggi appollaiati in cima alle montagne della contea, occupati a cacciare, a conteggiare i raccolti, a rivendicare i diritti signorili. Ma iscrivono i loro figli all’Accademia Militare di Torino o in altri istituti italiani e francesi. Eccoli quindi magistrati, ufficiali, funzionari e intendenti di province, talora governatori e segretari di Stato ascoltati dal sovrano. Li scopriamo poi nell’intimità della vita privata, un mondo di tacite ma imperiose convenzioni, punteggiato comunque da azioni individuali trasgressive, che traspare dalle costituzioni di dote, dai testamenti e dalla corrispondenza, attinta a fondi archivistici inediti. Né manca uno sguardo sul loro atteggiamento verso il sacro e l’al di là: la devozione e la carità cristiana, considerata dai gentiluomini quasi un dovere che scaturiva dalla loro condizione.
Questo viaggio nella vita quotidiana dei maggiorenti di Nizza si conclude con le scelte che operarono nel 1860, al momento della cessione della contea alla Francia. Come in altre occasioni, ognuno decise in funzione dei propri interessi e idealità. Non cessarono però i rapporti di parentela e di amicizia tra questi Nizzardi, divenuti oramai cittadini di due Stati.